Tra le parafilie più bizzarre emerge indubbiamente la formicofilia. Questo tipo di perversione consiste nel provare piacere sessuale servendosi di insetti e simili e rientra nelle categoria della zoofilia: attraverso questo termine si indicano più in generale le perversioni di tipo sessuale nei confronti degli animali. Il termine formicofilia è stato coniato nel 1986 da […]
Tra le parafilie più bizzarre emerge indubbiamente la formicofilia. Questo tipo di perversione consiste nel provare piacere sessuale servendosi di insetti e simili e rientra nelle categoria della zoofilia: attraverso questo termine si indicano più in generale le perversioni di tipo sessuale nei confronti degli animali.
Il termine formicofilia è stato coniato nel 1986 da Ratnin Dewaraja and John Money, sessuologi e psicologi che hanno dedicato la loro attività allo studio delle parafilie.
Il primo caso preso in esame è riportato negli anni ’80 dal Journal of Sex and Marital Therapy e riguarda un individuo maschio che all’età di 9 anni comincia a raccogliere e conservare formiche nella sua stanza perché queste gli provocano piacere camminando su gambe e cosce.
All’età di 10 anni il soggetto studiato ha una relazione sessuale con un coetaneo, dalla quale ne deriva una violenta punizione del padre. Giunto ai 13 anni di età, il ragazzo comincia a raccogliere, oltre che le formiche, anche lumache e scarafaggi e ad utilizzarli esplicitamente come strumento di piacere sessuale, masturbandosi mentre gli animali camminano sul suo corpo.
A 28 anni l’individuo utilizza ormai da diverso tempo gli insetti in modo ancor più diretto, ponendoli direttamente sui genitali, sui capezzoli e dedicandosi nel frattempo alla masturbazione.
Il suddetto paziente si è detto disgustato dalla sua perversione sessuale, tuttavia ha rivelato di non provare piacere dalle normali attività sessuali. Secondo John Money, in questo particolare caso la parafilia sarebbe causata dalla violenta punizione del padre associata alla piacevole sensazione che il soggetto provava nel sentire le formiche sul proprio corpo.
Un secondo caso preso in esame nel 2012 riguarda un paziente che a 14 anni è attratto dall’immagine di un cono-gelato ricoperto da formiche e dunque è incuriosito dalla sensazione che gli stessi insetti avrebbero dato al proprio pene.
In una successiva pubblicazione dell’American Journal of Psychotherapy, il prof. Dewaraja spiega di aver sottoposto gli stessi soggetti ad un tipo di terapia comportamentale pensata non ad eliminare la deviazione sessuale ma a ridurre il senso di colpa e dunque ad aumentare l’autostima dei pazienti, i quali dopo un anno avrebbero drasticamente ridotto la loro parafilia.
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