Si dice che il tempo curi tutte le ferite, eppure quella inflitta oltre 70 anni fa durante la dittatura nazista non sembra cicatrizzarsi, con il sangue che continua a scorrere nei ricordi dei superstiti e nella coscienza storica di tutti gli altri. È arrivata solo pochi giorni fa la notizia del rinvio a giudizio di […]
Si dice che il tempo curi tutte le ferite, eppure quella inflitta oltre 70 anni fa durante la dittatura nazista non sembra cicatrizzarsi, con il sangue che continua a scorrere nei ricordi dei superstiti e nella coscienza storica di tutti gli altri.
È arrivata solo pochi giorni fa la notizia del rinvio a giudizio di Hubert Z, 95 anni e un passato da SS alle spalle. Il medico operò nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, dall’agosto al settembre 1944, un periodo breve che tuttavia non risparmiò la vita ad oltre 3.600 persone.
La vicenda giudiziaria che riguarda Hubert Z colpì l’opinione pubblica lo scorso anno, quando i difensori del medico delle SS riuscirono a strappare il proprio assistito dalla prospettiva di una pesantissima accusa, servendosi dello stato di salute aggravato dall’età avanzata dell’uomo, a quanto pare sofferente di demenza senile.
Nonostante le condizioni di Gerhard Sommer (questo il suo vero nome), la notizia fu causa di un risentimento così profondo da scatenare una sorta di rivolta mediatica all’interno della quale giornali, televisioni e siti internet concorrevano nella manifestazione di rabbia e sfiducia.
A contrastare la decisione della Corte di Neubrandenburg è la Procura di Schwerin, secondo i cui magistrati le condizioni di salute dell’uomo non sono così gravi da interferire nel processo che lo vede imputato con 3.681 reati di concorso in omicidio.
Il nome del medico ed ufficiale nazista è noto anche in relazione al nostro paese: nello stesso anno della sua attività nel campo di sterminio polacco, Hubert Z operò per qualche tempo in Toscana, dove ordinò l’uccisione di 560 civili in quello che in seguito è passato alla storia come l’Eccidio di Sant’Anna.
Il 95enne dovrà presentarsi presso la Corte regionale di Neubrandenburg il prossimo 29 febbraio, dove finalmente l’ufficiale nazista vedrà riconosciuti, anche se simbolicamente, gli atroci crimini commessi sotto il dominio di Hitler.